

San Francesco, un’esplosione di vita
Ottocento anni fa, un uomo di Dio ha scelto la strada verso la pace, le creature, il prossimo. Oggi, Autostrade per l'Italia celebra l'ottocentenario di San Francesco d'Assisi, rinnovando ogni giorno l'impegno ad unire persone e territori, con rispetto e cura.
Scopri i luoghi di San Francesco con le nostre experience di viaggio

Assisi e il Bosco dello spirito
Umbria
Basta percorrere la salita che conduce alle porte di Assisi per essere sopraffatti dalle suggestioni francescane, di cui lo straordinario complesso della basilica del Santo, rocca disarmata a difesa del nucleo medievale in cui tutto parla di lui, e la basilica di Santa Chiara, che “risponde” all’altro capo della città, rappresentano gli apici di cultura e fede. Nel Bosco di San Francesco, pervaso da mistico afflato, lo spirito francescano è invece palpabile nei silenzi della natura e celebrato nel Terzo Paradiso, capolavoro vegetale di Michelangelo Pistoletto che è un inno di land art all’unione tra cielo e terra. Dalla medievale Rocca Maggiore, questa, sì, armata, si dispiega il mosaico policromo della Valle Umbra, dove la voce di Francesco si irradia ancora potente.
Imprescindibile è, nella storia di Assisi, la costruzione della basilica di S. Francesco, grandiosa avventura architettonica, oggi Patrimonio dell’Unesco come gli altri luoghi francescani, che si impone alla vista e allo spirito con i suoi robusti contrafforti, la duplice fila di arcate del sacro convento e il “film dipinto” degli affreschi giotteschi che, immediati e realistici, raccontano la vicenda umana e spirituale del Santo che rivoluzionò la Chiesa cattolica. Pervasa da una spiritualità ancora intatta, la basilica di S. Chiara, dedicata alla prima e più fervente discepola francescana nonché fondatrice delle Clarisse, è cittadella di arte e fede che, al pari del tempio di Francesco, nella sua fusione di forme romaniche e gotiche fu modello architettonico e iconografico esportato in tutta Europa. Da manuale d’arte è pure la geometria viva e romanica della facciata di S. Rufino, il Duomo gioiello della Città Serafica davanti al quale è impossibile non soffermarsi. Per il miglior colpo d’occhio su tanta mistica bellezza non c’è che salire sul picco della Rocca Maggiore, imponente fortezza medievale dove si dice soggiornò anche Federico Barbarossa, la cui trecentesca cinta muraria, scenograficamente saldata alla Rocca Minore, amplifica l’orizzonte. Nella maglia compatta dell’abitato medievale, racchiuso nell’ideale triangolo disegnato dalle due basiliche e dalla Rocca, oltre a seguire le tracce francescane, ci si lascia stupire dai piccoli e grandi capolavori a ogni angolo del borgo. Spiccano la facciata della chiesa benedettina di S. Pietro, delineata dalla pietra rosa del Subasio, e la spazialità di piazza del Comune dove, tra edifici che non fanno che parlare del fulgido Medioevo assisiate, la chiesa di S. Maria sopra Minerva si erge su un tempio di età augustea in insolite forme tutte barocche. Tra storia, arte e fede, l’esperienza ad Assisi si completa nella natura circostante, luogo di elezione dei solitari raccoglimenti di Francesco. Nel meraviglioso Bosco a lui intitolato, che si estende ai piedi della sua basilica fino al fondovalle, carpini, ginestre, aceri, querce, coltivi cantano l’armonia tra uomo e ambiente, ardente messaggio francescano a cui si unisce il coinvolgente Terzo Paradiso del maestro Pistoletto, installazione di land art in cui decine di ulivi riconfigurano a tre cerchi il segno matematico dell’infinito.

Cortona. Sulle orme di San Francesco
Toscana
Un breve viaggio sulle orme di san Francesco che, con il suo messaggio dirompente e attuale di povertà e fratellanza, giunse nella ricca Cortona di signori e mercanti e, sulle pendici del monte Sant’Egidio, fondò l’eremo Le Celle ritenuto, secondo la tradizione e la leggenda, il primo convento sorto per volere del santo di Assisi. Una visita ricca di stimoli spirituali che parte dall’abbazia di Farneta e giunge alla città di Cortona, il cui paesaggio armonioso e passato mistico rendono una meta ideale per chi è in cerca di silenzio e concentrazione.
In principio furono gli etruschi. Che scelsero questo colle a dominio della val di Chiana per edificare una grande città, che per tanti secoli sarebbe rimasta racchiusa all’interno delle loro antiche mura. Il ricordo della ricchezza dell’epoca etrusca è fastoso e sfavillante, tra gli ori e i vasi conservati nelle sale del Museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona. Dopo il medioevo, sorsero i grandi palazzi del centro, i mercanti si affollarono sulle sue piazze centrali e la spiritualità francescana giunse tra queste contrade, dapprima con la fondazione di un piccolo eremo fuori le mura, sulle pendici della boscosa altura dedicata a Sant’Egidio, in seguito con l’apertura del cantiere per l’edificazione della chiesa dedicata al santo di Assisi, voluta da uno dei suoi più celebri discepoli: frate Elia. La ricchezza dei commerci e il traffico sulle vie di comunicazione diedero vita a una cittadina molto particolare, con un ampio Duomo e strette strade ripide che salgono verso la cima del colle, dove avevano sede gli ordini religiosi, giusto ai piedi delle mura della fortezza. Grazie alla presenza francescana e alla sua indole particolare, Cortona divenne un luogo del silenzio e del pensiero, e ancora oggi rappresenta una meta ideale per chi cerca uno stile di vita “slow”. E non solo per gli italiani ma di molti stranieri, a giudicare dal seguito del romanzo Sotto il sole della Toscana, scritto da Frances Mayes e divenuto un film di successo internazionale. Narra del lavoro, delle scoperte e dei pensieri di una donna che, a poca distanza da Cortona, affronta l’impresa di riportare in vita una villa di campagna, scoprendo nel mentre un nuovo modo di vivere, in armonia con il paesaggio, la storia e il proprio passato.

La Verna. Luoghi francescani
Toscana
Cercare il silenzio dell’eremo di Montecasale, nascosto in un bosco di lecci e di querce nella Riserva dell’Alpe della Luna, è il modo migliore per comprendere lo spirito di San Francesco, che di questo luogo amava la rude bellezza e la solitudine che lo avvicinava a Dio. Qui, nel convento francescano, ancora oggi abitato dai frati cappuccini, si respirano l’intimo rapporto con la natura e una quiete ascetica. È tempo di mettersi in viaggio verso il santuario della Verna nel Casentino. Lo si raggiunge guadagnando una vetta calcarea a picco su tre lati, dove, avvolti da una vegetazione selvaggia permeata di misticismo, il messaggio francescano si avverte ancora nella cappella in cui il santo ricevette le stimmate e nella grotta del leggendario incontro tra Francesco e il demonio.
Immerso nel verde cupo dei boschi di lecci e di querce, in prossimità di fonti d’acqua e grotte naturali della Riserva dell’Alpe della Luna, l’eremo di Montecasale è un luogo ideale per concedersi una pausa di riflessione e silenzio, mutuando lo spirito di San Francesco, che qui si raccoglieva in preghiera per elevarsi più facilmente a Dio. Di questo luogo prediletto, ricevuto in dono intorno al 1213 dai frati camaldolesi di Borgo Sansepolcro, Francesco amava la rude bellezza delle caverne, “ferite della montagna” che lo facevano sentire più vicino alle sofferenze patite da Cristo sulla croce per salvare l’umanità. Ancora oggi, parlando con i quattro frati cappuccini che abitano nel convento e che custodiscono e tramandano l’esperienza del santo, si può ascoltare dalle loro voci il racconto della cura prestata da Francesco ai lebbrosi, o l’episodio della conversione dei tre ladroni che qui vissero in penitenza fino alla morte, e trovare un rifugio sicuro se si è in cerca di pace. L’esperienza ascetica continua durante la salita al santuario francescano della Verna, uno dei romitori dove Francesco trascorreva lunghi periodi di ritiro in compagnia degli uccelli che con il battere d’ali gli «mostravano grandissima festa e allegrezza», come si legge nei Fioretti. Entrare nella cappella in cui Francesco nel settembre 1224 ricevette le stimmate, o nella cappella delle Reliquie, dove in una teca di vetro è custodito il saio che il santo indossava in quel miracoloso momento, regala l’emozione di affacciarsi al mistero.

Valle Reatina. Le foreste di San Francesco
Lazio
Nei boschi che circondano lo scorrere delle chiare acque del Velino si va sulle tracce della storia di San Francesco, che qui fondò quattro Conventi strettamente legati alla nascita e alla crescita dell’ordine. Si parte da Fonte Colombo, dove venne scritta la Regola, per raggiungere le rocce del Santuario di Greccio, ai cui piedi Francesco diede vita, nel 1223, al primo presepe vivente della storia. Traversata la Valle Reatina e il corso del Velino, si sale a Poggio Bustone – con il suo isolato romitorio ai piedi dei dirupi del Terminillo – per poi correre tra i boschi fino al Santuario della Foresta, alle porte di Rieti, con un percorso che segue le tracce della storia e della fede, immerso nell’ombra delle grandi foreste francescane.
La Valle Reatina, segnata dallo scorrere delle gelide acque del fiume Velino, è una depressione di forma quasi circolare che in passato era occupata dalle acque di un lago. Attorno a questo specchio d’acqua si possono ripercorre alcune delle pagine più importanti e famose della vita e della predicazione di San Francesco, una figura straordinaria della storia e della fede. Grazie alla sua presenza, quattro Conventi sorsero nelle foreste sulle rive del Velino, tanto che la valle di Rieti, per molti storici, prese il nome evocativo di Valle Santa. Il percorso che oggi permette di toccare uno dopo l’altro i quattro Monasteri francescani è uno dei più belli dell’Italia Centrale, e si può scegliere di seguirlo a piedi come moderni pellegrini, in tre giorni di cammino, oppure più facilmente e rapidamente in auto. Tutti i Conventi si trovano in luoghi di grande bellezza paesaggistica: tra le rupi e le rocce, nel caso di Greccio e di Poggio Bustone, oppure immersi nell’ombra e nella quiete delle foreste di faggi secolari, che sono l’ambiente di Fonte Colombo e del Santuario della Foresta. Questo percorso va seguito con tranquillità, prendendosi il proprio tempo, per poter cogliere appieno il fascino e la suggestione di uno degli ambienti più selvaggi e solitari dell’Italia Centrale. Tra i chiostri silenziosi e il frusciare delle foglie, si medita dimenticando il ritmo frenetico del mondo e si possono sentire i cinguettii degli uccelli con cui, secondo la tradizione, San Francesco parlava.















