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VAV e ambiente, l'appennino ancora più verde

Si chiamano 'interventi di inserimento ambientale' e sono previsti per ogni lotto della Variante di Valico, pianificati in dettagliate relazioni tecniche. Scorrendone le pagine si percepisce come i progettisti di questa grande infrastruttura non abbiano lasciato davvero nulla al caso. Al loro interno, infatti, sono prescritte tutte le modalità tecniche per la realizzazione del ripristino del verde: le collocazioni della flora originaria da ricostituire, le tempistiche, le qualità di arbusti e semenze. Il tutto con l'utilizzo di simulazioni che servono a collocare le specie arboree adatte e assolutamente autoctone, nei giusti spazi, nel rispetto di parametri estetici e funzionali a un corretto e sano sviluppo delle piante. Questi interventi di salvaguardia ambientale sono programmati su tutta la superficie interessata dai lavori: viabilità di servizio, aree di cantiere e di deposito e tracciato autostradale.
L'inserimento ambientale ha obiettivi importanti:
  • ricostituire la continuità tra la nuova infrastruttura e l'area in cui essa è collocata per equilibrare gli interventi antropici con le condizioni ambientali in cui si inseriscono.
  • ridurre l'impatto sull'ambiente dell'opera e di chi la utilizza (ad esempio, una fila di alberi posta sul bordo del tracciato funge da barriera assorbente per le emissioni acustiche e di CO2 dovute al traffico)
In pratica, questo si traduce nel ricollocare nel'ambiente specie selezionate di flora autoctona e nel seguirne la crescita per un lungo periodo, successivo al termine dei lavori di realizzazione del tracciato autostradale. Il tutto precedentemente condiviso con gli Enti Locali: ad esempio, per quanto riguarda i Lotti 6 -7, i tecnici di Autostrade per l'Italia si sono interfacciati costantemente con il Consorzio Parco di Monte Sole di cui sono state rispettate le indicazioni.
Ogni relazione ha alle spalle un lavoro di analisi del contesto, svolto attraverso realizzazione di foto aeree, sopralluoghi, prelievo di campioni di terra e piante, studi del clima e della conformazione del suolo...
Al termine di questa fase, sempre all'interno dei Lotti 6-7, è emerso che il tipo di vegetazione ideale - per le aree di raccordo con la vegetazione naturale esistente e adiacenti al tracciato autostradale - è costituita da alberi di piccola e media dimensione: querceti misti (roverella, castagno, frassino, carpino nero) cespugli di raccordo (roverella, cerro e acero) e bosco igrofilo (salice bianco, pioppo bianco e nocciòlo). A ogni area è stata assegnata la flora adatta e, al momento di impiantarla, sarà necessario seguire una serie di norme che consentiranno di ottenere un attecchimento più efficace e una sana crescita delle piante.
Questo progetto rientra nell'ambito delle opere PREVAM - progetto di restauro e valorizzazione ambientale della VAV - che, se pur direttamente connesse ai lavori autostradali, apportano benefici duraturi ai territori con azioni tipo sistemazioni idrauliche, bonifiche e ripristini geotecnici.
Esse, per un importo che si aggira attorno ai 4.500.000 euro, finanziato da Autostrade per l'Italia, sono pensate per garantire un inserimento delle opere autostradali nel contesto appenninico. In sintesi: ridurre l'impatto ambientale e aumentare il valore aggiunto al territorio, nell'ottica di far dialogare un'opera, fondamentale per tutto il Paese, in prima istanza con la popolazione che deve convivere con la sua costruzione fin dal primo momento di installazione dei cantieri.
Alcuni lavori di riambientalizzazione sono già in corso, come il rivestimento in pietra locale dei muri di contenimento e gli inerbimenti delle viabilità di sevizio. Altre operazioni di inerbimento e piantumazione inizieranno al termine dei lavori di realizzazione dell'autostrada e proseguiranno finché il verde non sarà completamente ripristinato.

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